L’Afghanistan ha adottato una legge che “legalizza la discriminazione” contro le donne della minoranza sciita, stabilendo in particolare che queste possano essere private del cibo se rifiutano al marito rapporti sessuali.
E' una manovra a fini elettorali del presidente Hamid Karzai, candidato alla sua rielezione il 20 agosto e la legge sarebbe stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale del 27 luglio, anche se non è stato dato alcun annuncio pubblico.
La legge sarebbe un versione emendata di quella che venne adottata a marzo dal parlamento e poi ratificata da Karzai, ma che non poté entrare in vigore dopo le vivaci reazioni dei governi occidentali, che vi leggevano una sorta di legalizzazione degli stupri domestici.
In particolare si prevede che il marito abbia il diritto di negare alla moglie il sostegno materiale, compreso il cibo, oltre che l’affidamento dei figli, se questa si rifiuta di soddisfare le sue richieste sessuali. Si stabilisce inoltre che la donna debba chiedere al marito l’autorizzazione per lavorare. Infine, assicura l’immunità agli stupratori se questi pagano il risarcimento in denaro alla donna violentata.
Ormai, notizie di questo genere riguardanti il tribalismo religioso sia occidentale che orientale, non mi meravigliano più....Quello che mi fa in minima parte sorridere ed in gran parte imbufalire, è il fatto che spendiamo vite umane e tanto danaro per combattere l’ integralismo religioso dei Talebani e che poi si appoggino simili leggi ultra integraliste per i soliti giochetti della politica internazionale che legalizza di tutto e di più per l’ assurda logica del sacrifici di pochi ( che pochi non sono ) per il bene di molti.
Anche Gheddafi, che sappiamo bene chi sia, ha ammesso che nella cultura araba ( che si rispecchia nell’ islam ) la donna è considerata come una mobilia od un animale.
Quanto al ricatto cibo per sesso è il caposaldo di ogni preteso potere maschile: a partire dalla propria minorità nei confronti dell’altro sesso (in fatto di sesso).
Anche il cristianesimo prevedeva, prima che il perfido laicismo lo prendesse a randellate sui denti, l’obbligo al dovere coiniugale per evitare che il marito peccasse diventando infedele. L’unica deroga concessa da alcuni teologi era nel caso lui volesse usare metodi contraccettivi. In quel caso la donna doveva restitere ad ogni costo, fino alla morte.
Sono religioni tribali che considerano le donne e figli come proprietà dal pater familiae...
Il nocciolo del problema e` basare le regole di una societa basandosi sui dogmi di una religione, qualsiasi essa sia, invece di basarsi su principi etici di base: prima o poi saltano fuori mostruosita` di ogni tipo.
Il motivo e` insito nel meccanismo: presupponendo che l’etica si basi su ragionamenti e confronti dialettici, i principi che ne derivano sono linee guida che, sempre si presume, servono ad altro processo, sempre di confronto e di mediazione, che e` la stesura delle leggi.
Se invece si parte dai dogmi di una religione, che impone regole a priori, le leggi diventano inuitili, sono solo la “circolare applicativa” di regole precostituite che non possono essere messe in discussione.
Il fatto che incidentalmente queste regole siano utili a tanti gruppi di potere per mantenere, appunto, il loro potere, non aiuta molto.
Una digressione sull’argomento: da donna mi sono sempre chiesta cosa mai abbiamo da temere i maschi dalle femmine, perche fanno cosi` paura, tanto da sentire il bisogno di tenerle continuamente soggiogate, svilite, sottomesse, brutalizzate. Al punto di aver creato, nei millenni, addirittura religioni intere nelle quali buona parte delle regole sono strumentali solo per questo fine.
Se qualcuno conosce la risposta...perchè io proprio non capisco.....